martedì 18 ottobre 2016

La cena...

   Di cene di Stato se ne fanno sempre, per affari, per tornaconti, per politica, per alleanze, per patti, per mettersi d'accordo e per visite di Capi di Stato. Quella che è prevista in giornata alla Casa Bianca rientrerà sicuramente in uno dei casi di cui sopra. Per lo meno lo spero. La cosa non è chiara. Per gli affari manca il ministro adeguato, per la politica da sempre siamo al "loro" servizio, direttamente o indirettamente, per alleanze, patti e accordi come prima e più di prima. Rimane il tornaconto. I due capi di Stato sono sotto elezioni, uno per lasciare il posto alla prima donna Presidente e l'altro per emergere dalla nebbia del "si" e del "no" costituzionale. Facciamo finta, da buonista, che sia solo una semplice e sincera visita di Capi di Stato. Senza secondi fini. Speriamo?
Il buonismo finisce sempre per addormentarsi. In se stesso non è tanto la cena a interessarmi ma gli accompagnatori del nostro leader. In tutto quattro uomini: lui, un attore, un stilista e un giudice. E altrettante donne: la moglie, l'atleta, la sindaca e la curatrice di architettura e design dentro il Moma di New York, niente di meno. Qualcuno però mi deve dire cosa è sta cura dell'architettura e design in un museo. Non lo so. Un vasto assortimento di eccellenze sociali ma non rappresentative. Stereotipi di un Paese in apparenza stabile e sicuro. Però, c'è un però. Sono rappresentanti di una società sana, senza dubbio, la sindaca si prodiga per gli sbarchi e l'accoglienza sull'isola di Lampedusa. Onore a lei. L'atleta è campionessa nelle paraolimpiadi. Più che degna di sedere alla cena, loro sono i veri atleti e non i multimiliardari degli sport "normali". La curatrice per essere al Moma deve essere più che in gamba. Complimenti di cuore per la carriera. Lo stilista lo conosciamo tutti anche se in pochi compriamo la sua “firma”. Il giudice basta leggere il suo curriculum per capire di che pasta è fatto. Un grande uomo, per me. Anche sull'attore non c'è bisogno di soffermarsi sul suo valore. Un piccolo neo è l'aver voluto stare troppo apertamente dalla parte del leader. Che l'invito sia una ricompensa? Spero di no. Infine la moglie come first lady, forse è l'unica che doveva esserci e lui come Capo di Stato deve esserci, per forza o sennò tutto questo non ha senso. Ma essendo Italiani. Però. Le categorie hanno un risvolto amaro dietro all'apparenza solare. La curatrice simboleggia la fuga dei cervelli che è in aumento visto i tagli alla cultura e prima di tutto alle scuole. La giustizia viene osannata, quando arrestano gli avversari politici, e avversata, quando capita in casa propria. È ultimamente sembra in balia delle leggi che i politici emanano, contraddittorie e nefaste per una società sana. La sindaca rientra nelle categorie dove tagli di spesa, patto di stabilità ostacolano il quotidiano. Sono soggetti nella rete dei Partiti nazionali che istigano l'impossibilità a fare ciò che deve. Perché le ha portate dietro? Per dargli un contentino? Anche allo sport mancano finanziamenti è una politica vasta e accessibile ai più giovani. Così come gli attori. Tagli a destra e a manca, leggi bavaglio sulla libera decisione personale e senza pensioni per artisti. E lo stilista, forse, non rientra anche lui nella fuga degli imprenditori? La moda è stato il primo caso di fuga verso paesi dove la manodopera costa poco. E li sono rimasti. Ho capito alla cena ha portato quelle categorie che non servono, se non alui direttamente. Bisogna ricordare al leader che poteva estendere l'invito anche ai pensionati, ai lavoratori dipendenti, ai commercianti, alla sanità e ai contadini. Scusate se ho scordato qualcuno. In poche parole chi doveva portarsi dietro erano i banchieri, gli evasori e i propri colleghi, del suo e degli altri Partiti. Sarebbe stata una scelta discutibile ma sincera, veritiera e reale. Dimenticavo di dire che anche il cuoco è italiano. Non so se vive lì in America oppure se si è aggiunto al carrozzone. A me non importa. In questo sfogo non voglio in assoluto criticare gli invitati anzi sono molto contento per loro e per quello che hanno fatto. Discuto solo il metodo di un leader che non conosce vergogna nel mettere in campo categorie che non vuole o non può aiutare. Più che inviti c'è bisogno di leggi adeguate. Forse per questo che la gente "pende" per il "no" al referendum costituzionale. Le parole sono quarant'anni che non bastano più. Fatti, reali, equi, civili e onesti. Buona cena.

M. Nove 

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