Articolo tratto da Home/Storie piemontesi/Il primo caffè espresso al mondo lo gustarono i torinesi nel 1884 di Sergio Donna 5 Febbraio 2019
TORINO. Il capoluogo piemontese vanta centinaia di primati, ma com’è noto, forse per un avverso destino, o forse per la sua stessa indole, che la porta ad un’incessante ricerca di creatività, o per quel suo dinamismo incontrollabile che non la fa mai star ferma (a discredito dell’epiteto di bogia nen impropriamente attribuito ai suoi abitanti), spesso – questi primati – li lascia per strada. Si sa: Torino non sa dormire sugli allori, e conquistato un primato, va subito alla ricerca di un altro traguardo, di un altro campo in cui primeggiare, lasciando ad altri lo sfruttamento delle sue geniali intuizioni. E così, nei secoli, Torino è stata capitale di Stato, capitale della moda, capitale dell’automobile, capitale della tecnica, capitale del cinema, capitale della TV, e così via, senza fermarsi
mai, sempre in fibrillazione, come un frenetico e incessante laboratorio di ricerca, continuamente orientato verso nuove scoperte, nuove frontiere inesplorate, magnetiche, irresistibili. Non tutti lo sanno, ma Torino è anche stata (e forse lo è ancora) capitale italiana del caffè, primeggiando nell’arte della torrefazione, e vanta un primato assoluto che nessuno le potrà mai sottrarre, perché – proprio a Torino – è nato il primo esemplare d’una macchina per il caffè espresso. Il caffè espresso italiano, proprio quello che consumiamo quotidianamente al bar, è nato infatti nella capitale subalpina.

L’acqua,
portata ad ebollizione, veniva mantenuta a temperatura costante: attraverso un
sistema di serpentine, raggiungeva il contenitore con la miscela, mantenendosi
sempre in pressione, onde consentire al caffè una rapida fuoruscita, sfruttando
al massimo tutte le qualità intrinseche del caffè. Con quella macchina, si
potevano realizzare ben 10 tazze di caffè ogni 2 minuti, vale a dire 300 tazze
in un’ora! Dalla velocità di realizzazione di tutti quei caffè in tazzina,
nacque l’appellativo di “caffè
espresso”: il “caffè
espresso” risultava più concentrato, denso, aromatico, e più
gustoso di quello ottenuto con qualsiasi altra procedura. All’Esposizione Internazionale,
Moriondo allestì un elegante chiosco, che chiamò “Chiosco del Caffè Ligure”,
dove sistematicamente si creavano lunghissime code di astanti, tutti in fila
per degustare il caffè espresso: fu un vero successo, che gli valse una
meritatissima medaglia di bronzo.
Il
passo era fatto, la macchina per il caffè
espresso si era rivelata un’invenzione geniale. La macchina fu
brevettata nel maggio del 1884, ma Moriondo si limitò a produrne solo alcuni
esemplari artigianali, da usare nei propri locali. La produzione torinese di
macchine per caffè per uso domestico, per hotel e caffetterie di lusso, nonché
di componenti e di accessori, continuò a Torino a cura dalla ditta Obertino & Figlie,
con sede in Via Balbo 4: le macchine, raffinate ed esteticamente eleganti,
venivano prodotte con il marchio Condor.
La
tradizione “caffettiera” di Torino e del suo hinterland vanta una storia ultracentenaria: qui
sono state sperimentate le miscele più aromatiche, qui si sono inventate le
macchine per il caffè espresso, e sono stati progettati nuovi sistemi di
inscatolamento del caffè in grani o macinato.
Le
prime piccole famosissime caffettiere “moka” domestiche,
per il caffè fatto in casa, furono disegnate nel 1933 da un altro
piemontese, Alfonso
Bialetti (1888-1970), a Crusinallo, frazione di Omegna,
fondatore dell’omonima ditta Bialetti.
A
parte la Lavazza, che può
essere considerato il marchio più antico della storia industriale della città,
e di rilevanza internazionale, ricordiamo, a titolo di esempio, alcuni altri
nobili e notissimi marchi torinesi di caffè, come Caffè Vergnano (nato
a Chieri nel 1882), Malabar,
Costarica, Splendid, Mokabar, ecc. ecc., solo per citarne alcuni
tra quelli più noti. Altri prestigiosi marchi sono scomparsi, come la Moka Est, che aveva
sede in Via Susa, a Torino. Ma nel territorio non mancano le piccole
torrefazioni artigianali, che praticano sistemi di tostatura tradizionali,
miscelando con sapienza qualità diverse di caffè indiani, africani, e
sudamericani per ottenere prodotti di altissima qualità, apprezzati in tutto il
mondo. Tra queste, citiamo il Caffè
Giuliano (di Caluso), il Caffè Alberto (con sede a Caselle), e il Caffè Giordano (con
sede ad Ivrea).
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