domenica 4 dicembre 2016

Il dopo referendum!

   
   Il 4 dicembre è arrivato e come un alito di vento passato. I "NO" hanno vinto, come prevedibile dato la sfiducia della gente su questi politici impreparati, e adesso si è in attesa di risposte a una situazione ballerina e confusa. Il leader si è dimesso o per lo meno lo ha annunciato e sarà il Presidente della Repubblica accettarle e al limite rifiutarle oppure riconfermare il governo attuale. Niente è scontato in questo Nostro Paese. Come ho sempre ribadito, confermato e attuato ho votato per il no. Non per partito preso, per ideologie, per tornaconto o perché impazzito. Ho votato perché visto che si era fatto trenta si doveva fare trentuno. Quante volte si è sentito dire, dai promotori, si poteva fare di più, si doveva fare di meglio o si poteva avere più coraggio e aggiungevano che in seguito avrebbero corretto, aggiunto, aggiustato, implementato e altre diavolerie simili. In seguito. In seguito? Ma cazzo eravate lì adesso, perché aspettare? Una presa per il culo. Ecco perché ho votato "no". Le rivoluzioni che durano nel tempo iniziano da un "no" e stavolta il Nostro Paese lo ha gridato. E le dovute dimissioni, sacrosante, sono solo un risarcimento piccolo e inutile per chi ha contribuito a lasciare il Paese fermo e immobile. E non venga fuori con quello che hanno fatto. Di tutto quello vale la solita teoria: si poteva, si doveva, si auspicava e in futuro si farà. Niente si è fatto e niente si è corretto. Il Nostro Paese ama i "furbi" ma detesta i bugiardi. Una contraddizione di fatto visto che i furbi sono falsi. Cosa succederà in futuro non lo so o forse quello che temo è che tutto rimanga fermo e immobile come è sempre stato. Senz'altro tutti tireranno l'acqua al proprio mulino, tutti vorranno governare e tutti hanno la soluzione in tasca. Dico io, visto che i politici negli ultimi anni sono sempre gli stessi e che nel bene e nel male hanno governato... perché non l'hanno già fatto? Non ci hanno salvato? Anche loro falsi? E allora? Facciamoci sentire noi cittadini. Che i comitati del "no" portino al Presidente della Repubblica delle proposte serie e utili (in culo i bilanci, gli spread e anche l'Europa, salviamoci e poi vedremo) e la richiesta formale di mandare a casa tutti gli attuali politici (maggioranza e opposizione) e di andare a nuove elezioni con qualunque legge elettorale che c'è. Dato che tenere questi signori in parlamento nella speranza che cambino qualcosa è mera follia. Anche se mandarli a casa è un grosso regalo di Natale per loro. Dovrebbero andare in altri posti e per lungo tempo. Si, noi cittadini avremo le nostre colpe ma le non leggi, le non regole e il non buon senso chi ce l'ha imposto? Loro con il loro esempio nefasto. Ma la colpa più grossa di questa classe politica è l'aver diviso in due l'Italia come in una tifoseria calcistica da quattro soldi. Ci sono voluto molti secoli per l'unione e meno di due per dividerci. Messi così non è possibile sperare in un futuro. Il punto di partenza è sapere se siamo, vogliamo essere una nazione unita. Se si da lì bisogna partire, se è no allora tutto è stato inutile. Continuiamo a "picchiarci" come fanno tutte le domeniche le varie tifoserie calcistiche. E non lamentiamoci se parte del popolo "scappa" (oltre ai giovani ora anche i pensionati) compreso anche chi non dovrebbe, tipo gli industriali. Meditate
M. Nove

martedì 18 ottobre 2016

La cena...

   Di cene di Stato se ne fanno sempre, per affari, per tornaconti, per politica, per alleanze, per patti, per mettersi d'accordo e per visite di Capi di Stato. Quella che è prevista in giornata alla Casa Bianca rientrerà sicuramente in uno dei casi di cui sopra. Per lo meno lo spero. La cosa non è chiara. Per gli affari manca il ministro adeguato, per la politica da sempre siamo al "loro" servizio, direttamente o indirettamente, per alleanze, patti e accordi come prima e più di prima. Rimane il tornaconto. I due capi di Stato sono sotto elezioni, uno per lasciare il posto alla prima donna Presidente e l'altro per emergere dalla nebbia del "si" e del "no" costituzionale. Facciamo finta, da buonista, che sia solo una semplice e sincera visita di Capi di Stato. Senza secondi fini. Speriamo?

venerdì 14 ottobre 2016

Premio Nobel a Bob Dylan

   È stato assegnato il nobel per la letteratura al menestrello Bob Dylan per la poetica espresse nelle canzoni. Naturalmente le polemiche sono scoppiate fragorose e immediate. Per quanto mi riguarda, nonostante che sia un fan di Dylan da vecchia data, ritengo che abbiano sbagliato a dargli il nobel. Posso capire che le canzoni sono testi, poesie e narrazioni ma con la letteratura siamo un pò distanti, non c'è quell'ampio respiro e quella partecipazione attiva a una storia in un libro. La letteratura è partecipazione, la musica è riflessione. In una sia chi scrive e chi legge diventano complici del racconto, nelle canzoni si è solo testimoni. Come nei quadri, lo vedi, ti emozioni e ti fermi, anzi il mondo si ferma intorno. Il libro ti immerge, ti cattura, ti intrappola e ti ferma rispetto al mondo intorno. Qualcuno ha tirato fuori il nobel al compianto Fo. Ebbene il teatro anche se diverge dalla letteratura pura si avvicina moltissimo rispetto alla musica. Negli ultimi anni questo nobel è stato dato a scrittori impegnati nel sociale e/o oppressi da Stati tirannici, Bob Dylan si da giovane ha combattuto battaglie sociali e anche tutti quei cantastorie e cantautori lo hanno fatto. Prima di lui, con lui e anche dopo di lui. Se fosse un nobel a tutti i cantautori impegnati ben venga anche se sbagliato. Complimenti per il nobel con un augurio che riprenda la produzione di canzoni che lo hanno fatto il grande menestrello che conosciamo. L'errore di valutazione non è certo suo. 
M. Nove    

giovedì 13 ottobre 2016

Addio a Dario Fo

   Un artista completo, come un attore sul palcoscenico alla fine della recita, ha salutato ed è uscito di scena. Dario Fo Ha raggiunto la sua amata compagna, di una e più vite insieme, Franca Rame. A noi
piccoli spettatori di storie non rimane che la tristezza e il vuoto. Vuoto e polvere su quei palcoscenici dove non si sentiranno più le voci e le opere. I passi e le movenze di un attore che sapeva tenere vivo lo spettatore, rallegrarlo con le battute e infondergli sicurezza sul possibile cambiamento sociale. Da lui, posso dire di aver imparato a guardare alla vita con allegria e una buona dose di ironia. Soprattutto si è imparato a ridere, a uscire dai propri problemi con una risata   e/o uno sberleffo. Sempre innocente e mai diffamatorio. Grazie e ricordati che lassù sono poco inclini a certi sberleffi e sghignazzi, ma tu lo sai già e questo non ti fermerà. Avrai tutta l'eternità per loro. Addio 

martedì 11 ottobre 2016

Spot su cui riflettere

Spot su cui riflettere
   «Ci fermiamo per un minuto e poi ci ritroviamo di nuovo.» Quante volte abbiamo sentito sta frase e quante volte abbiamo cambiato canale o, al limite del coraggio, abbiamo spento la TV. La pubblicità che attimi di invasione e di    stanchezza. Arriva sempre al momento meno indicato e dura oltre il minuto annunciato. Eppure se la si osserva bene ci fa scoprire strani nuovi mondi, nuove forme di vita e di civiltà (grande Star Trek). Case belle, scintillanti e pulite oltre immaginazioni, magari nella realtà, luoghi che neanche i nostri nonni hanno mai conosciuto, famiglie che sembrano vere per quanto sono finte. Tutti belli, giovani e con prole da far invidia a chi l'ha per davvero. Nonni gagliardi, neonati già indipendenti, mariti e mogli che si bisticciano solo per la colazione del mattino. E si potrebbe andare avanti così fino alla nausea. Come mangiare troppi dolci in poco tempo.